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La Madre Terra

 

Queste immagini sono dei ritratti della terra, la nostra terra compresa la parte ricoperta dalle acque, sono solo degli esempi che rappresentano piccole estensioni della sua superficie, ma, non è l’estensione la cosa rilevante, quello che io voglio comunicare con esse è l’insospettata bellezza della terra, la stessa terra che noi umani stiamo devastando con la stupidità che ci è tipica. Il nostro modo di intendere la terra è indissolubilmente legato alla nostra convinzione di esserne i padroni, di poterla sfruttare, nel senso più deleterio del termine, all’infinito, senza tenere conto delle altre forme di vita che la popolano. La nostra presunzione c’induce a credere che basti recintare un tratto della sua superficie per ritenerci padroni e poterla trasformare nel nostro esclusivo interesse.

 Questa è la nostra visione della terra, ma, è una visione bidimensionale, simile a quella che ne ha un lombrico per il quale una zolla di terra è tutto il suo mondo. Sulla terra i muri, le barriere naturali come corsi d’acqua, mari, laghi, rilievi, servono al loro scopo di identificare un’estensione di terreno come appartenete a uno stato, una società e infine a una determinata persona. Questa visione bidimensionale perde il suo significato se noi, come le aquile, c’eleviamo dalla superficie terrestre e la osserviamo dalla sua terza dimensione: l’altezza.

                Tutto quello che utilizziamo per delimitare lo spazio a terra, visto dall’alto perde il suo significato, dalla prospettiva aerea i muri, le recinzioni, i corsi d’acqua si trasformano in linee, curve, figure geometriche di diversi colori che formano delle immagini pittoriche, dei veri e propri quadri l’uomo ha creato in modo del tutto inconsapevole con le sue attività legate alla terra, un effetto inaspettato del suo sfruttamento che, assieme alla natura, con le sue stagioni, i suoi sui ritmi, i suoi eventi meteorologici ci fa apparire la superficie terrestre come una tela sulla quale sono dipinte immagini in perenne cambiamento, come queste, piccolo esempio di quello che la visione aerea ci rivela. Dall’alto scopriamo che la terra non è composta da una serie di tasselli ben distinti come pianure, rilievi, foreste e deserti, mari e fiumi, come fosse un immenso mosaico ma è un unico organismo che solo la nostra visione “terrestre” tende a suddividere.

                Queste sono le mie “quadrografie”, dettagli del territorio, un ibrido tra pittura e fotografia, stampate sulla tela per accentuarne l’ambiguità. Sono riprese eseguite durante i miei voli col paramotore, il mezzo volante a motore più economico che esista, un vero e proprio “vespino” dell’aria ma, non lasciatevi ingannare dalla sua apparente semplicità, si tratta pur sempre di un mezzo che ci consente di allontanarci dalla superficie terrestre e non solo di poche decine o centinaia di metri come si sarebbe indotti a credere dalla sua essenzialità. Tra le caratteristiche che differenziano il paramotore dagli altri aeromobili, una è il suo volare più lento e questo può essere uno svantaggio in certi casi ma anche un enorme vantaggio per chi vola non inseguendo la velocità pura ma per osservare la terra da un punto di vista privilegiato, quello dell’aquila. A differenza dell’elicottero che pure vola lento, il paramotore può raggiungere quote impossibili per questo complicato e costosissimo mezzo volante.

                Il paramotore, al contrario dei mezzi aerei più raffinati, consente di volare immerso, nell’aria, letteralmente seduti nell’aria e non all’interno di una cabina con un piccolo finestrino come unico accesso alla visione del mondo che scorre sotto i nostri piedi. Questo lo rende un mezzo che offre delle possibilità enormi per chi ha la passione della fotografia, immaginate di dover eseguire queste riprese da un aereo e, contemporaneamente, di pilotarlo e vi renderete conto dell’estrema difficoltà di fare entrambe le cose.

                Questi ritratti sono, da parte mia, un omaggio alla terra, la nostra vera madre dalla quale tutti proveniamo e alla quale tutti, chi prima chi dopo, torneremo ma, anche un modo per chiederle perdono per tutto il male che noi umani, suoi figli ingrati, le stiamo causando.

                Spero solo che la visione di questi ritratti di Madre Terra c’induca ad averne rispetto, lo stesso rispetto che dobbiamo avere e nei confronti di tutte le altre forme di vita che essa ospita.

 

Francesco Cubeddu

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